La recente manifestazione dei Monumenti aperti 2019 svoltasi il 12 maggio nell’isola dell’Asinara ha visto riaprire, per un giorno, installazioni già conosciute, almeno in parte, nel paesello di Cala d’Oliva.
I visitatori hanno lasciato libera la loro voglia di immortalare ogni singolo aspetto della vita di una volta e mi sono reso conto della difficoltà di esplicitare compiutamente gli oggetti fotografati e le loro funzioni.
Il Caseificio, il Bunker, Il Transito nuovo, la Chiesetta dell’Immacolata Concezione, la ex Foresteria Nuova, l’Osservatorio della Memoria sono stati presi d’assalto ed i ragazzi delle scuole, eccezionali, hanno avuto il loro bel “da fare” per soddisfare le curiosità dei visitatori.
La nostra carissima Rosy Rassu, che ringrazio con affetto sincero, ha inviato nella pagina fb, preziose immagini che mi hanno commosso, permettendo a tutti di essere idealmente presenti sull’isola e qualcuno lo ha anche scritto.
La foto che mi ha emozionato è quella che che è rappresentata dal titolo di questo articolo, una di quelle che una Rosy emozionata ha scattato dal balcone della Foresteria Nuova (ora Caserma che poco senso ha di restare tale) e quell’agave smozzicato, mi ha fatto tenerezza ed ha avuto il magico potere di riportarmi indietro negli anni, al periodo in cui i due Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono in quei luoghi…….. e videro quelle immagini da quel balcone aperto sull’immensità della bellezza del Golfo dell’Asinara, ma quell’agave non c’era….. c’era solo l’isola ad ascoltare pudica i loro timori inconfessabili, le paure dei figli, il terrore delle mogli.
Ricordo anche il rispetto con il quale gli abitanti dell’epoca subirono le severe restrizioni dovute da quella eccezionalità e l’affetto sincero che manifestarono alle famiglie dei Giudici e a loro stessi.
Ho poi guardato i visi di coloro che erano in visita nel salone e che ascoltavano le parole del giovane “cicerone” ed ho pensato e scritto che non basta solo ricordare, serve anche ragionare su quel periodo e sulle misure da prendere perché questa modalità di vita mafiosa, possa essere estirpata definitivamente dalla nostra società.
Ho pensato al tempo che è trascorso e alla famosa agenda di Paolo Borsellino che ancora non è stata ritrovata e questo mi addolora…
Poi però sono intervenute altre immagini della giornata ed in particolare quegli strumenti specifici, tabelle con nomi singolari……. il 100.
Ma cosa è questo 100?
Ecco una scheda che tenta di rendere leggibile la tabella…..
Art. 21 (Lavoro all’esterno)
- I detenuti …….. possono essere assegnati al lavoro all’esterno in condizioni idonee a garantire l’attuazione positiva degli scopi previsti dall’art. 15. – Omissis-.
- I detenuti …….. assegnati al lavoro all’esterno sono avviati a prestare la loro opera senza scorta, salvo che essa sia ritenuta necessaria per motivi di sicurezza. – Omissis-.
LAVORO PENITENZIARIO INTRAMURARIO (Lavoro alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria)
- Omissis –
- i lavori delle colonie e dei tenimenti agricoli che occupano detenuti e internati con varie specializzazioni, come apicoltori, avicoltori, mungitori, ortolani.
- i lavori domestici cioè le attività necessarie al funzionamento della vita interna dell’istituto, tra cui:
- i servizi d’istituto– attività di cuochi e aiuto cuochi, addetti alla lavanderia, porta vitto, magazzinieri
- i servizi di manutenzione ordinaria dei fabbricati(MOF), cui vengono assegnati detenuti con competenze più qualificate (acquisite anche a seguito di corsi professionali interni) come elettricisti, idraulici, falegnami, riparatori radio – tv , giardinieri, imbianchini.
- alcune mansioni retribuite dall’amministrazione, esclusive dell’ambiente penitenziario. Tra cui
- lo scrivano, addetto alla compilazione di istanze e alla distribuzione di moduli
- l‘assistente alla persona, assistente di un compagno ammalato o non autosufficiente
- l’addetto alle pulizie
- l’ addetto alla distribuzione pasti Omissis –
(Gli Omissis sono stati inseriti per evitare l’appesantimento della trattazione)
Ma il visitatore, interessato, ha rivolto domande anche riguardo un altro tabellone variopinto che faceva bella mostra di se ed ecco riportato anche quello in schema ed in fotografia come il precedente.
Si noti che i cartoncini colorati erano mobili e venivano manualmente spostati, dall’agente che compiva l’operazione è trasferiti dalla parte destra della colonna, in cui erano indicate le celle detentive, alla sinistra, cioè nelle caselle che rappresentavano l’uscita all’esterno della Diramazione, per svolgere attività di lavoro o colloquio o altro (visita, etc).
Un particolare ringraziamento a Leonardo Delogu per il suo contributo essenziale alla comprensione delle tabelle, ma Leonardo è interessato anche all’argomento successivo che riguarda il sistema delle trasmissioni vigente nella Casa di reclusione dell’Asinara.
Trasmissioni
Il sistema di trasmissione, di tutti i tipi sia telefoniche che radiofoniche, era ovviamente “riservato” poiché le comunicazioni, che transitavano attraverso il doppino telefonico o l’etere, dovevano essere protette dall’ascolto da parte di estranei all’Amministrazione e/o malintenzionati.
Iniziamo con l’esporre l’architettura del sistema telefonico che era semplicemente collegato direttamente con tutte le Diramazioni e con l’esterno, attraverso due Centralini telefonici, uno ubicato al piano terra della Direzione, l’altro nel fabbricato nella Piazzetta centrale di Cala d’Oliva di cui si dirà con maggiori particolari. Entrambi avevano la possibilità di accesso al sistema telefonico esterno alla struttura penitenziaria.
Purtroppo l’accumulo di salsedine lungo la linea telefonica durante l’inverno e il vento forte proveniente da ogni quadrante, causavano frequenti interruzioni nel servizio.
Al centralino della Direzione vi prestava servizio il personale civile del Ministero di G. e Giustizia, (A. Cozzzolino – P. F. Griecco) mentre nel Centralino – Armeria, che aveva la gestione della trasmissione radio, vi prestava servizio (h 24) il personale prima militare (Agenti di Custodia), divenuto poi Polizia Penitenziaria.
Il punto nodale del sistema di trasmissione, via radio (del tipo a raggiera), era il “complesso radio-ricetrasmittente” esistente nel fabbricato denominato “Centralino”, il locale che, nella sua parte retrostante, ospitava l’armeria dell’Istituto, dotata di appositi sistemi protettivi.Ogni punto radio eera perciò indicato con un numero specifico e/o un nome in codice ed il personale all’apparato, interpellato, rispondeva alla chiamata adottando analoga terminologia specifica.
Il nominativo che individuava i singoli punti radio, derivava in grande parte dalla fantasia, da fatti accaduti, da caratteristiche specifiche del luogo, (solo a titolo d’esempio, Trabuccato era denominato “Vigna” in codice, in ricordo delle vigne che, per lunghissimo tempo, caratterizzarono la Diramazione).
Racconta l’amico Fausto Muru che la denominazione “America“, data alla Diramazione di Fornelli, fù dovuta al fatto che vi prestasse spesso servizio il Brig. Pastorello che, ogni anno, avendo familiari in America vi trascorreva tutta la licenza e al suo ritorno, per mesi, narrava agli amici le sue vicissitudini ed impressioni riportate nel continente americano.
Naturalmente sia l’elenco dei nomi del sistema di trasmissione, che i numeri, variavano nel corso degli anni e in relazione alle esigenze di servizio. Il sistema veniva comunicato ufficialmente a tutto il personale in servizio con Ordine di Servizio della Direzione. Anche le più piccole variazioni intervenute, o le postazioni mobili (ad esempio il Personale di Polizia Penitenziaria, in servizio di vigilanza a piedi e a cavallo, era dotato di ricetrasmittente collegata con il centralino al quale prontamente comunicava eventuali segnalazioni).
La postazione collocata al Ponte Radio, da cui si poteva visionare l’intero profilo dell’isola, era collegata dalla radio ricetrasmittente dell’Agente in servizio.
Altro importante punto di collegamento era l’infermeria, ubicata sempre nella Piazzetta di Cala d’Oliva, dove il medico svolgeva il suo servizio coadiuvato dall’infermiere.
Il Centralino-armeria era il regno di servizio del nostro amico Leonardo Delogu al quale, oltre al mio grazie, và un affettuoso e sincero saluto.
Ora, con questa bella immagine di Leonardo seduto sulla panchina di Cala d’Oliva accanto al figlio Gabriele, immagine scattata 26 anni dopo quella all’interno del centralino, l’articolo è completo.
Carlo