“Cammina sempre a passo corto, e lento“
I concetti inusuali, espressi da Massimiliano Ossini (foto 1) nell’intera puntata del 19 gennaio 2022, sullo stato dell’isola e sulla sua storia sono rilevanti, ma sono concetti che hanno una loro validità e mi preme fissarli nella mia memoria ed in quella della pagina.
L’amministrazione penitenziaria, con le difficoltà insite in una sperimentazione mal digerita dall’apparato e dal potere politico, è riuscita a coniugare, nei fatti, il rispetto ambientale con il trattamento penitenziario previsto dalla Costituzione italiana ed auspicato in ogni evenienza in cui una persona debba scontare una pena.
Le persone ristrette, i detenuti, hanno sempre espresso nei confronti dell’ambiente che li circondava una affezione ed una dedizione uniche.
L’influenza ambientale sull’applicazione e sull’accettazione della pena, erano caratteristiche costanti nell’isola.
L’Asinara e sopratutto la permanenza di condannati sull’isola aveva peraltro, anche i suoi lati negativi, grossolanamente individuati nella distanza dalla terraferma e nella difficoltosa frequentazione degli affetti familiari. I rapporti affettivi erano obiettivamente ostacolati dalle condizioni meteomarine, epperò sarebbe estremamente interessante definire, sulla base di una rigorosa ricerca scientifica, quanto e come, la permanenza sull’isola in una attività di lavoro produttivo, potesse influire sugli aspetti fondamentali della pena.
Quanto la visione di un ambiente equilibrato e indubbiamente di qualità eccelsa, fosse importante per la corretta presa di coscienza e conseguente autoristrutturazione della personalità di un condannato.
Mentre si dibatteva sul controverso e non univoco processo di sdemanializzazione, mentre il progredire della storia e delle vicende socialmente rilevanti, assegnavano all’istituzione penitenziaria differenti compiti (cfr. massima sicurezza), l’ambiente esterno al carcere e all’isola dell’Asinara, esprimeva un crescente, profondo senso di avversione per quella che, al pari di una occupazione bellica, veniva ritenuta, a torto o a ragione, un illegittimo esproprio.
La distanza si palesava sul rifiuto della municipalità di accogliere le istanze per la fornitura di servizi indispensabili al funzionamento della struttura.
Più volte, si è incappati in domande del tipo “Ma bisogna essere condannati per entrare all’Asinara?” domande e frasi anche di tipo peggiore, tutte asserzioni che palesavano “il vulnus”, la “privazione” patita di un bene.
Il MERAVIGLIOSO MONDO EMERSO DELL’ASINARA
L’intera puntata di Kalipè è di 1 ora e 55 minuti ed è interamente fruibile nel sito di RaiPlay.
L’estrapolazione della parte di video riguardante l’isola dell’Asinara, della lunghezza complessiva di circa 15 minuti, si è resa necessaria per la sua diffusione all’interno della pagina fb degli “Affetti dal mal d’Asinara”.
Lo spazio che fb riserva agli argomenti, sia pure con una serie di post, tuttavia non riesce ad esaurire le argomentazioni poste alla base dell’apprezzamento per una buona, anzi ottima, trasmissione.
La cura e l’attenzione usualmente utilizzate nel confezionamento della puntata e nel video dell’Asinara, fà di Kalipè un format valido e questa ricetta estendibile anche a tutte le differenti occasioni di divulgazione.
Nell’esposizione riservata all’isola, sono state distinte, una prima parte in cui il giornalista la percorre mostrando flora e fauna terrestre, anche con l’ausilio delle interviste al Veterinario Giovannantonio Pilo e a Gianmaria Deriu.
Il FANTASTICO MONDO SOMMERSO DELL’ASINARA
Un paio di tuffi nella parte ovest dell’isola sono appena sufficienti a dipingere, sia pure solo a grandi linee, i confini del paradiso!
Non basterebbe il tempo dedicato a tutta la puntata della trasmissione Kalipè, per definire compiutamente questa “meraviglia” di cui, da tempo, parliamo.
Immensa è l’immagine della cernia bruna “re di Punta Scorno”, a dispetto del nome.
I suoi movimenti, lenti e misurati, esprimono tutta la potenza di questo animale. Esso può apparire, agli occhi del visitatore, che ha la splendida avventura di incontrarla, come un gigantesco masso in movimento.
Quando la cernia si accorge dell’estraneo, è sufficiente un solo colpo di coda per addentrarsi nelle profondità marine e scomparire nel blu più infinito.
L’incontro con questo re del mare lascia, esterrefatto ed incredulo, ogni individuo.
Che dire poi dell’incredibile varietà di vegetazione subacquea per tappezza le pareti vertiginose degli strapiombi.
La trasparenza delle acque e sopratutto la tranquillità degli pesci che si lasciano avvicinare dall’apparato di ripresa subacquea, non sono minimamente disturbati dalle bolle d’aria degli autorespiratori degli operatori, a volte sono i pesci che, incuriositi, assumono l’iniziativa e si avvicinano all’obiettivo.
Questo appare il segno tangibile di uno speciale rapporto di fiducia con l’essere umano, per cui ogni violazione della legge da parte di pescatori di frodo, oltre a costituire un reato ed un danno ambientale, ha anche la caratteristica di minare questa fiducia, insieme alla tranquillità del sistema in cui questi pesci si riproducono.
L’aragosta mediterranea, l’abbiamo appreso dalla biologa marina, si nasconde in gruppi familiari negli anfratti rocciosi, nelle tane ombrose ed aperte per consentire le attività di caccia.
Che dire d’altro ….. occorre regimentare le emozioni che queste immagini suscitano a non finire, incanalarle in azioni produttive … protettive, allora eccoci giunti alla conclusione dell’articolo.
Semplicemente un articolo perfetto dedicato ad un’Isola unica e magica!