In altra parte di questo sito ho riportato tutte le informazioni necessarie a comprendere, il più chiaramente possibile, la storia e le funzioni assegnate alle strutture edilizie di tipo particolare come “il reparto transito“.
Storie piccole e grandi che hanno attraversato più di ventidue lustri della lunghissima vicenda dell’isola dell’Asinara.
Periodicamente e con la inconsapevole complicità di immagini pubblicate dagli iscritti nella nostra pagina fb degli “affetti dal mal d’Asinara“, la discussione tranquilla, si accende e si allarga, quasi fosse un fuoco che cova sotto la cenere, quando è ravvivato da una potente folata di maestrale.
LE IDEE
Anche in questo caso, come sovente accade, attendo pazientemente che tutti esprimano liberamente le proprie idee, prima di “appuntare” qualche pensiero che è personale e, come tale, dovrebbe essere considerato da chi legge; un pensiero che, come tutti quelli che ognuno esprime, mal sopporta aggiunte o manipolazioni di cui spesso non ci accorgiamo, presi come siamo, da contrapposizioni ideali, leali e confronti sinceri.
Normalmente resto colpito dalle immagini, come quella proposta da Gianni Piano il 30.04.2017 che incornicia questo approfondimento all’articolo, una fotografia artificialmente filtrata con il colore “seppia” per conferire ad essa una patina di antico.
Credo fosse questa l’idea dell’autore dello scatto, rappresentare quel luogo come qualcosa di antico……..
Leggo anche, con estrema attenzione, tutto ciò che viene postato nella pagina che mi è molto cara, come sovente traspare dai miei modesti scritti, ma cerco sempre di comprendere quello che ognuno degli intervenuti scrive e, qualche volta mi riesce di giungere perfino a svelare anche quello che il cortese lettore omette, ma lascia comunque occhieggiare tra una frase e la successiva.
Ognuno ha piena legittimità di esprimere una sua idea che è il moto momentaneo, o la sintesi della propria personale esperienza, la somma delle successive acquisizioni, degli studi, delle ricerche e, non ultimo anche dei confronti dialettici con differenti convinzioni, a volte anche contrastanti.
Allora sempre in riferimento all’immagine del transito vecchio (che nuovamente riporto a lato) pubblicata da Gianni (che ringrazio per gli spunti allo scambio di idee che sempre ci offre) posso aggiungere che le parole (digitate con lettere maiuscole) di Emo Nisini, “QUEL BUNKER LO FAREI SALTARE IN ARIA” mi hanno, sul momento, non poco sorpreso, ma fino ad un certo punto….. poiché ho sempre avuto modo di apprezzare la pacatezza di Emo.
Le sue parole, ho inteso attribuirle alla insopportabilità del ricordo, alla pesantezza del periodo storico che lo ha visto, insieme a molti amici e colleghi, per un verso, sostenere la battaglia aspra delle istituzioni per la riaffermazione della legalità nella società e, per il verso opposto, dover constatare amaramente una larvata resistenza al riconoscimento, da parte dei concittadini, della funzione esercitata.
QUALCHE PUNTO FERMO
Credo fermamente nel valore assoluto della Storia, sia quella scritta nei libri di testo, che in quella variamente minuta, quella che viene esposta nelle piccole vicissitudini umane che contribuisce sempre, per la parte spettante, a comporre il puzzle intero. Senza una parte il quadro non si completa, manca un tessera, il quadro quindi non ha valore….. a meno che il valore non sia dato dall’assenza (ma questo è un altro discorso e riguarda l’arte, non la storia).
Il valore assoluto concerne la testimonianza pura e semplice, priva delle aggiunte derivanti dalle diverse sensibilità personali.
Azzardo un esempio relativo ai due Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di cui tutti conoscono le abominevoli modalità con cui furono uccisi, assieme agli uomini delle scorte.
Molti forse sanno che quel che resta dell’auto di scorta “IV S 15” (quarto savona 15) a quella di Giovanni Falcone è stata inserita in una installazione museale, che resta a disposizione del Ministero della Giustizia per partecipare a cerimonie e commemorazioni di tutti coloro che hanno sacrificato le proprie vite contro la mafia.
Certo non si tratta di fabbricati, come il Transito vecchio, ma riportano alla memoria di chi ha l’occasione di guardare, dicevo riportano alla memoria, comunque fatti connessi ad atti delittuosi, di efferatezza inaudita, ed anche questi manufatti sono in grado di sprigionare una potenza evocativa di rara incisività.
Nessuno mai può e mai potrà guardare quell’ammasso di rottami senza provare ripugnanza, per coloro che si sono macchiati di quel delitto, di quello scempio e, per questo, in quanto testimonianze, non possono, in alcun modo, essere demolite.
Ecco il valore della Storia!
L’immagine quindi svolge la sua funzione e li si ferma.
Trasformare quei manufatti, in strumenti efficaci a combattere mafia e malaffare è poi il compito di coloro che credono fermamente nella giustizia e nella prevalenza sull’azione criminale.
Nessuno credo, possa arrogarsi il diritto di far scomparire quelle testimonianze.
Solo al tempo, con la sua azione lenta ed inesorabile, aiutato dell’umana complicità, può essere consentito di stendere il velo sulla memoria condivisa delle persone, di rendere il cielo azzurro denso di nebbia fitta in cui è meno doloroso dimenticare.
Quando siamo all’Asinara e transitiamo da Stretti, osserviamo il degrado in cui versa la Stele dedicata al Generale Ferrari il cuore si stringe.
Quando vediamo la Diramazione di Trabuccato lentamente cedere sotto il peso delle mancate e costosissime ristrutturazioni, scriviamo “peccato che si permetta al tempo di distruggere la memoria“.
E cosa mai potremmo dire dell’azione intrapresa dal 2015 per il restauro della innominata Stufa Giannolli di cui attendiamo il restauro più volte auspicato?
Qualcuno potrà ipotizzare che mettiamo in atto queste azioni per un interesse specifico? O che lo facciamo perché ci piace…… Penso proprio di No!
Ma, ancora prima abbiamo combattuto lungamente perché il Parco nazionale dell’Asinara riapponesse (lo ha fatto nel 2015), nella sua collocazione originale, la targa che intitolava la ex Caserma agenti di Cala d’Oliva dedicata al “M.llo degli AA. d. C. Satta Costantino”.
Dopo innumerevoli azioni in difesa della storia dell’Asinara, qualcuno può lontanamente pensare che potremmo mai proporre, o sostenere, o lasciar passare sotto colpevole silenzio, la distruzione di una qualsiasi testimonianza storica?
In conclusione confido che le parole di Emo al di là sullo stato di conservazione dell’immobile, abbiano, sia pure con altra forma, sicuramente semplificata e leggermente provocatoria, espresso gli stessi principi che, da sempre, questa pagina propugna.
Grazie
la Storia, discorrendo di mafia, è importantissima e
“Una storia che non si racconta, non esiste.”
Credo che ogni persona nel corso della propria esistenza incontri pagine tristi, altre meno, alcune liete, rare quelle indimenticabili, ma quando ha la ventura di rileggere il proprio libro non strappa quelle indesiderate, mai.
Questa è la Storia.
carlo hendel
Articolo scritto in ricordo delle stragi di mafia che uccisero i tre magistrati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini delle loro scorte:Agostino Catalano, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.