POTENZIALITÀ
Non è certo le prima volta che mi accingo ad esplicitare questo tipo di osservazione tendente a mostrare praticamente, come ho scritto sul rullo dei titoli di coda del corto, quale felice connubio si possa realizzare mescolando, opportunamente varie attività artistiche, alle immagini dell’Asinara.
Qualcuno ricorderà forse ancora il bellissimo film “Fantasia” di Walt Disney, un film magistrale della Company a stelle e strisce, intriso in brani di Ludwig van Beethoven, Leopold Stokowski, Igor’ Stravinskij, Amilcare Ponchielli, Franz Schubert.
A molti sarà rimasta impressa la famosissima danza “schiaccianoci” dei funghetti rossi
Fui colpito dalla scena dello stregone che “lavorava” con le sue pozioni magiche. Stanco, dopo aver tanto lavorato, il mago deponeva il suo cappellone a punta, poi rubato ed indossato da Topolino che, con la sua inesperienza nel campo magico, si riusciva a procurare una serie di guai felicemente sottolineati dalla briosa melodia.
Per realizzare questo brevissimo filmato (2,21 min.) non ho certo calzato il cappello tempestato di stelle e pianeti o indossato il mantello azzurro, ma guardate il sorprendente risultato di questa
magica
miscela…..
Due cenni sui singoli componenti del video.
La poesia di Lucia Amato è solo da ascoltare e leggere io l’ho indegnamente recitata per come l’ho sentita e la riporto di seguito integralmente.
L’autrice ha vissuto lungamente sull’isola dell’Asinara insieme alla sua famiglia, come molti, ricorda con nostalgia quel periodo felice ed ha voluto donare, al suo ricordo ed ai suoi affetti, questi brevi ed intensi versi.
Scrive Lucia:
“Per dirlo con una canzone, sono “confusa e felice” …no davvero, sono molto grata per questa bella cosa fatta e per la collaborazione di Fabio, davvero grazie.
Soprattutto per aver colto ed apprezzato il sentimento che mi ha mosso, in realtà tutto è iniziato guardando una splendida foto
del faro di Punta Scorno, al quale le mie parole sono dedicate.
Trovo però che possano calzare a pennello all’Asinara tutta, come bene ha fatto Carlo di cui, ovviamente mi fido moltissimo.
Insomma non mi aspettavo tanto, volevo solo dichiarare il mio amore alla mia, e nostra, cara Isola.
Ancora, grazie infinite.”
“L’ Artista” di Lucia Amato
Sempre in scena
Solo sul palcoscenico
Offrivo il mio spettacolo agli astanti
Di luci rutilanti
E linguaggio senza parole
Pronunciato con voce stentorea
Che arrivasse lontano.
Egocentrico istrione
Cercato, ascoltato, guardato da tutti
Generoso attore
Infondevo scintilla all’esploratore in ricerca
Guardiano del teatro
Accompagnavo vite che tornavano a casa
Senza sosta servivo il mio pubblico
E come tutti gli artisti
Vivevo per esso
Ormai sono vecchio e cieco
Ma sto ancora qui
Sul proscenio davanti al mare
Sotto la mia spessa crosta di sale
Conservo le anime di chi mi ha abitato
E acceso di vita
I viandanti d’acqua passano ancora
Non sono più il prim’attore
Ma sto qui
Aspetto il tedoforo che mi ridìa fiamma
Aspetto una luce nuova
Sto qui ed aspetto
Sono sempre stato paziente.
La “fotografia” è di Fabio Bruzzichini che è riuscito a penetrare profondamente l’essenza dell’isola, a farla diventare sua.
Durante questi due giorni di vita sull’isola, Fabio non ha smesso un secondo di scattare immagini, di riprendere scene con una “fame d’Asinara” che non ha eguali poi, al rientro a casa, me le ha donate tutte chiedendomi di utilizzarle secondo le mie esigenze e le mie aspirazioni.
Sapeva che lo avrei fatto senza remore e lo ringrazio per questo immenso dono.
Ho scelto per il filmato una dozzina di foto ad alta risoluzione per mostrare aspetti dell’isola.
Sono una più bella dell’altra e c’era solo l’angoscioso imbarazzo della scelta. Decidendo di rischiare il rallentamento del video, non ho regolato la dimensione delle immagini in pixel per conservare intatta la purezza, la luce e l’esposizione dello scatto originale.
Mentre corrono le immagini e la musica vi avvolge, potrete più facilmente comprendere le poetiche frasi, ma dopo aver lungamente osservato le immagini che sfumano, chiudete un momento gli occhi … potrete sentire sicuramente lo sciabordio della risacca che, suadente, vi chiama … è l’Asinara … non li riaprite.
Carlo Hendel